Cosa spinge una persona in palestra? Spunti utili per la profilazione.

[Spunti utili nella profilazione dei segmenti di clientela delle palestre]

Cosa sceglieresti tra un allenamento in palestra e una cena fuori, fare shopping o semplicemente rilassarti tranquillo a casa tua?

La maggior parte di noi probabilmente salterebbe la palestra.

Com’è possibile rendere piacevole - e trasformare in un’abitudine, un comportamento che sappiamo ci farà bene?

Se lo sono domandati all’Università di Götheborg, Magnus Lindwall ed il suo team, con uno studio che ci aiuta ad identificare le finalità dell’esercizio fisico in palestra e a determinare come raggiungerle.

C’è chi è letteralmente “dipendente” dall’esercizio fisico, al limite del fanatismo: incurante di orario, intensità di allenamento. L’unica cosa di cui si lamentano queste persone è non trovare abbastanza tempo per poterne fare ancora di più.

Poi ci sono tutti quelli totalmente refrattari al richiamo dell’esercizio fisico: se costretti a farlo, si sentono infelici finché non hanno finito e non possono tornare a fare ciò che preferiscono del loro tempo libero.

Tu come ti collochi tra questi due estremi? Probabilmente a volte ti piace ma a volte ne faresti anche volentieri a meno.

Questi ricercatori svedesi ritengono che la motivazione all’esercizio fisico in palestra sia psicologicamente qualcosa di molto più sfaccettato e complesso che il “tutto o niente” dei due estremi appena citati.

Hanno basato il loro approccio sulla Teoria dell’Autodeterminazione (Self-Determination Theory - SDT, Deci e Ryan, 1984): un quadro (psicologico) molto condiviso che propone che i nostri obiettivi possano essere suddivisi tra quelli che sono intrinsecamente e estrinsecamente controllati.

Quando raggiungi un tuo obiettivo spinto da una motivazione intrinseca, ti senti validato e caricato di energia positiva. L’attività fisica ti piace in sé, tanto da non accorgerti nemmeno del tempo che è passato per praticarla.

Gli obiettivi controllati da motivazioni estrinseche non sono quelli propri dell’attività fisica e possono essere raggiunti in modi diversi. Quando la motivazione è estrinseca, il tuo obiettivo non è l’attività in sé, ma come essa ti può aiutare a raggiungere un risultato che desideri.

Le motivazioni che possono spingerti ad allenarti in palestra tendono a mischiarsi e sovrapporsi le una alle altre: è improbabile che tu sia mosso a lavorare solo per una soddisfazione personale (intrinseca), senza che ci sia un riconoscimento tangibile esterno del tuo lavoro (estrinseco).

Questa teoria affronta anche il senso di controllo che le persone hanno oltre il proprio comportamento: se si sentono coinvolte e “al comando” oppure se stanno semplicemente cercando di soddisfare i bisogni di qualcun altro.

Alcune cose che puoi domandarti, per capire se sei in controllo di quello che stai facendo, è chiederti se puoi impostarne tu stesso i tempi e l’intensità dell’attività fisica. Sei nella condizione di decidere come fare ciò che l’istruttore / il programma di allenamento ti chiede oppure ogni aspetto del tuo lavoro è completamente regolato esternamente?

Ciò che di nuovo propone lo studio è come determinare goal (intrinseco oppure estrinseco) e motivazione (autonoma o controllata) per caratterizzare il profilo delle persone che si avvicinano ad un impegno che coinvolge l’esercizio fisico.

Un approccio centrato sulla persona permette di profilare le singole attività in relazione agli obiettivi (finalità) e quanto le persone sentono di avere controllo sui propri comportamenti legati all’allenamento fisico.

L’indagine si muove definendo cinque tipologie di finalità, suddivise in due grandi categorie, così da poter interpretare ogni tipo di finalità in relazione a quale motivazione sostanziale ti spinge più efficacemente a raggiungerla.

 

  1. APPARTENENZA SOCIALE (Social Affiliation): ti piace l’esercizio perché ti mette a contatto con altre persone - altre persone che frequentano la palestra, amici che si allenano o altre persone in classe ad un’attività di gruppo.

  2. GESTIONE DELLA SALUTE (Health Management): per te, l’esercizio fisico è importante per aiutarti a mantenerti in salute.

  3. SVILUPPO DI ABILITÀ (Skill Development): ti piace applicare le abilità atletiche/fisiche che usi durante l’esercizio fisico, che si tratti di nuoto, corsa, spinning, yoga o sollevamento pesi.

  4. RICONOSCIBILITÀ SOCIALE (Social Recognition): l’esercizio ti offre uno status, come quando sollevi il peso maggiore in sala attrezzi.

  5. IMMAGINE (Image): pensi sia figo allenarti, tanto che potresti anche indossare l’abbigliamento sportivo tecnico in città per apparire come qualcuno che valorizza la forma fisica.



Separatamente dai goal, lo studio ha definito anche la misura in cui le persone sentono di avere controllo del proprio comportamento legato all’esercizio fisico.

Nel controllo intrinseco, le persone sentono che l’esercizio fisico è veramente importante per loro. All’estremità opposta dello spettro c’è la mancanza di motivazione - amotivation, dove le persone si sentono del tutto immotivate.

La sensazione di controllo esterno c’è quando sentono di stare facendo attività fisica (allenandosi) per compiacere qualcun altro, come ad esempio un partner attento alla salute.

Il tuo profilo di persona che si allena è caratterizzato, quindi, dai tuoi obiettivi (supportati con motivazioni intrinseche ed estrinseche) e dalla misura in cui senti che l’esercizio riflette le tue esigenze personali (degree of motivational regulation: grado di regolamentazione motivazionale).

Gli autori della ricerca sottolineano che il “cosa” ed il “perché” dell’esercizio devono essere identificati separatamente.

Ritornando alle cinque tipologie indicate, i goal da 1 a 3 riflettono motivazioni (obiettivi) intriseci; se sei alto su questi valori, è probabile che fare esercizio fisico risulti per te più facile perché sei motivato ad allenarti.

I goal 4 e 5 riflettono motivazioni estrinseche, e se è qui che raccogli i punteggi più alti, probabilmente sarai meno motivato ad allenarti, anche se lo fai per essere ammirato o per mantenere la tua immagine.

Se invece non sei del tutto propenso ad allenarti, potresti pensare che sia meglio iniziare spinto dalla voglia di raggiungere obiettivi estrinseci, sperando che quelli intrinseci arrivino poi a spingerti ad apprezzare l’allenamento in sé o a sviluppare le tue capacità. Tuttavia, gli autori mettono in guardia rispetto a questa interpretazione: sulla base dei profili che hanno caratterizzato la ricerca, è molto più probabile che qualsiasi obiettivo estrinseco, anche quelli che si aggiungono a quelli intrinseci, porti con sé una inferiore motivazione ad allenarsi.

C’è però una buona notizia: è ok volersi allenare per rispondere ad esigenze di appartenenza sociale (1). Trovare un compagno di allenamento o un partner nel tuo percorso fitness non significa “svendere” ad altri le finalità personali del tuo fare esercizio fisico.

Lo studio conclude che non esiste un motivo migliore di tutti per motivare qualcuno all’esercizio fisico; fino a quando stai cercando di migliorare effettivamente la tua salute, le tue abilità o amicizie, l’esercizio fisico può diventare un’area motivazionale di completamento della tua vita.
processo decisionale.

 
 

Potrebbero interessarti anche questi altri post, dedicati a chi affronta il marketing per il fitness:

 
 

Cosa fa davvero la differenza nell'acquisire nuovi clienti per la tua palestra?